giovedì, marzo 21, 2013

“Non ti pago” del gruppo recupero e sviluppo tradizioni popolari” in scena a Piano di Sorrento


Al Teatro delle Rose di Piano di Sorrento va di nuovo in scena. il “Gruppo Recupero e Sviluppo Tradizioni Popolari”. Infatti, l’associazione, presieduta dall’Avv. Mariano Russo, il prossimo 26 aprile, alle ore 20.30, rappresenterà nel teatro carottese la commedia “NON TI PAGO”, di Eduardo De Filippo.
Il “Gruppo Recupero e Sviluppo Tradizioni Popolari” non è nuovo ad iniziative del genere. L’associazione, che ha sede a Meta, da anni infatti persegue lo scopo di tenere vive e, là dove è possibile, recuperare quelle tradizioni che hanno dato una forte impronta alla cultura popolare del nostro territorio e che, purtroppo, oggi stanno scomparendo.
Il “Gruppo” ha dedicato la propria attenzione al Teatro napoletano, riprendendo il filone delle commedie dei grandi artisti partenopei, rappresentando, tra le altre, le commedie “Questi Fantasmi” di Eduardo De Filippo, “Miseria e Nobiltà” di Eduardo Scarpetta, ed inoltre “Quei figuri di trent’anni fa”, “Napoli Milionaria”, “Ditegli sempre di si” (tutte di Eduardo De Filippo), quest’ultima rappresentata nel 2009 sia al Teatro delle Rose che al Teatro Armida di Sorrento in una serata benefica in favore dei bambini leucemici ed oncoematologici). L’ultima apparizione del “Gruppo” è stata nel 2011 al Teatro delle Rose con “La Fortunacon la effe maiuscola” (di Eduardo De Filippo e Armando Curcio), rappresentata in una serata benefica in favore della “Casa Famiglia Myriam”.
“NON TI PAGO” è una commedia in tre atti scritta da Eduardo De Filippo nel 1940. Contenuta fino al 1971 nella raccolta intitolata Cantata dei giorni dispari, in seguito venne inclusa nella Cantata dei giorni pari. Una parte di critica era portata ancora, in quegli anni a sottovalutare l'importanza dei De Filippo come autori, pur riconoscendo le straordinarie capacità di attori. La giusta valutazione dell'arte drammaturgica dei De Filippo cominciò a manifestarsi nella critica proprio a partire da questa opera.
Oltre che per la bravura degli attori, tutti dilettanti appassionati di teatro, vale la pena assistere allo spettacolo anche per le straordinarie scenografie realizzate dal Maestro Gaetano Rancatore, pittore di fama nazionale e vero fiore all’occhiello dell’associazione.
La regia è affidata all’esperto SalvoLa Greca, le scenografie sono, come detto, del Maestro Rancatore, coadiuvato nella realizzazione esecutiva da Nino Porzio e Salvatore Veniero, i costumi sono di Rosanna Maresca mentre il trucco e le acconciature sono curate dalla “Fashion Point” di Meta e da “Contatto” di Piano di Sorrento.

(Fonte: Positanonews 21/03/2013)

mercoledì, marzo 13, 2013

Franco Mitrione: una vita in salita controvento


Franco Mitrione

“I concetti senza intuizioni sono vuoti.
Le intuizioni senza concetti sono ciechi”.
-Immanuel Kant-


Quel pomeriggio mi recai in ritardo presso il locale in Meta nel quale, da qualche tempo stavamo realizzando le scene per una commedia di Eduardo.
Appena arrivato gli amici mi dissero che pochi minuti prima era venuto Franco e, non trovandomi incaricò i presenti di consegnarmi il nuovo numero del suo giornale: “dove sta Zazà ?”. Poi, giunta sera, una telefonata…
E da allora non abbiamo mai più rivisto Franco Mitrione.
La scorsa domenica 3 marzo, presso la mia abitazione, è venuta a farci visita Chiara: la moglie, portandomi in visione un piccolo libro avente per copertina la riproduzione di un quadro dipinto da Franco.
Paesaggio invernale
Confesso che dinanzi a quella insolita immagine mi sono sentito: stranamente spiazzato, poi, la mente, presami per mano, mi ha immerso in quell’inquietante paesaggio invernale ove strada e cielo vicendevolmente rimbalzano il loro marmoreo, malinconico grigiore.
In fondo a quell’immagine, due cubiche case, aventi facciate di color giallo ocra e rosso ruggine, dotate di quattro piccolissimi fori a mò di cieche finestre e, sul tetto di una di quelle case (?) un quasi diruto camignolo, da tempo immemore della sua naturale funzione.
Canto intuito e malinconico dell’animo, testimoniato anche dall’alto, sfrondo albero posto al margine sinistro del dipinto e dal muro –vegetazione- piastra figurante al lato destro del quadro.
E intanto, al centro di quella strada “in salita controvento” una infagottata figura femminile, incurante di ogni prudenza, dissennata, avvilita e smarrita, avanza sotto un ombrello nero –sapido di simbolismi maschili- avviandosi freddolosa verso quelle case (?).
Tutt’oggi mi chiedo quali intenzioni o preveggenza hanno mosso la mano di Franco per dar forma e toni a quella inusitata immagine: inquietudini di natura privata o sociale?
Ebbene, sin dall’ inizio degli anni novanta, allorquando i Mitrione vennero ad abitare in Penisola Sorrentina, la passione politica di Franco fu subito ben nota a tutti.
Ricordo il mio primo incontro avuto con lui; il suo arguto sorriso incorniciato da una marxista barba e capelli raccolti sotto un cappello a falda larga.
Convinto comunista, sempre in salita controvento, eternamente impegnato in giuste battaglie politiche, urbanistiche, ambientaliste e giornalistiche e, per tali motivi, fatto spesso bersaglio “con livorosi sassi metesi” lanciati da discussi politici e da loro orbitanti galoppini non privi di inconfessati interessi personali.
Dai tanti, definito persona scomoda, da intimidire –o peggio- da denunziare.
Dai pochi, invece, ritenuto persona giusta, onesta e coerente al massimo con la propria innata etica morale.
Ma, rammentò Benigni: “la folla ama Barabba”. E la condizione in cui ora versa l’Italia ne è atroce, esiziale conferma.
E mentre tutt’ora permango sospeso e medito sulla natura equivoca dell’espressione artistica, riscontrata anche nel quadro qui in parola (concetti/intuizione di natura personale o sociale?), nel contempo amo ancora immaginare Franco finalmente sereno e socraticamente disteso, su d’una sdraio a guardare il meraviglioso panorama che si gode dal suo ampio terrazzo in Meta.
E’ li, ormai silente e senza alcun tedio, in compagnia di due golosi barattoli di Nutella e dei tanti suoi amatissimi fiori, odorosi di notti estive, intento a rimirar il cielo stellato e la legge morale che sin dal principio s’incarnò nel laico petto di Franco Mitrione.

Gaetano Rancatore